Questo è il primo dipinto di una serie di quattro Storie di Achille (2 - 12 - 15 - 18).
Secondo la mitologia greca e la letteratura latina l'eroe greco Achille era figlio di Peleo, re dei Mirmidoni, e della divinità marina Teti. Ebbe un ruolo chiave nella guerra di Troia e uccise l'eroe nemico Ettore. Secondo il mito, Teti fece tuffare Achille nelle acque dello Stige per renderlo invulnerabile (solo il tallone non fu bagnato e pertanto restò vulnerabile). Il vecchio disteso sulla sinistra, che osserva l'azione, è il dio del fiume Stige. La stessa figura, con leggere varianti,appare in Divinità fluviale (1). Il putto in volo sopra le figure rappresenta, come nei due dipinti seguenti della serie, il Genio di Achille, cioè il suo spirito protettore. Il gruppo delle ancelle che bagnano Acille nell'acqua del fiume è disposto in un contrappunto di volti, gesti, atteggiamenti e colori. Una luce mossa e innaturale piove sulle figure. Ugualmente irreali sono i colori del paesaggio che variano dai toni notturni alle prime luci dell'alba, in una virtuosistica esibizione di tinte. Il colore è il vero protagonista di questo dipinto. Partendo da alcune tonalità base (oltremare, bianco, giallo e marrone) Creti costruisce le tinte per velature di toni intermedi.